

Era una di quelle partite che noi tifosi della Reale Mutua Basket Torino aspettiamo con ansia: il ritorno al Pala Gianni Asti dopo settimane complicate, l’occasione giusta per rialzare la testa e interrompere una striscia di sconfitte che inizia a pesare.
Di fronte però c’era la Valtur Brindisi, una squadra lanciata, completa, tosta, che infatti non ha tradito le aspettative e ha comandato quasi tutto il match. Alla fine finisce 66-72, con Torino che prova una rimonta d’orgoglio nel finale ma senza riuscire a ribaltare l’inerzia.
Una serata amara, sì, ma dalla quale qualcosa, almeno a tratti, si è intravisto.
Torino apre bene con il layup di Severini, ma Valtur Brindisi risponde subito con la fisicità di Vildera. E da quel momento i pugliesi impongono il loro ritmo: Copeland sfonda la difesa in transizione, Cinciarini danza sulla linea di fondo, Radonjic prova un avvitamento pazzesco che per fortuna non va.
La Reale Mutua prova a restare agganciata con una splendida stoppata di Cusin su Vildera, ma il problema è sempre quello: i troppi possessi sprecati. Massone e Cusin forzano un contropiede che muore sul fondo: occasione d’oro, buttata via.
Nel finale Brindisi punisce come una grande squadra: due liberi di Miani e soprattutto la tripla di Francis sulla sirena che spegne l’entusiasmo del palazzetto.
10-17 e la sensazione che la Valtur Brindisi abbia il pieno controllo.
Il secondo periodo è quello che fa più male a chi, come me, guarda la Reale Mutua Torino ogni domenica. È un quarto da incubo: passaggi sbagliati, tiri affrettati, scelte confuse. Sembra quasi che la squadra abbia paura del canestro, mentre la Valtur Brindisi fa esattamente il contrario: attacca con coraggio, spinge, rischia, e crea un solco pesante.
Teague prova a dare un segnale con un gioco da tre punti, Tortù finalmente trova la tripla dal lato corto, ma sono solo fiammate isolate.
L’impressione, amara, è che queste giocate siano più “contentini” che veri segnali di rimonta.
Sull’altro lato Brindisi fa ciò che vuole: la palla corre veloce tra Copeland, Vildera e Francis, come al campetto tra amici.
E quando una squadra gioca con questo tipo di leggerezza… spesso significa che è perfettamente in controllo.
Si va all’intervallo 22-39, con un Pala Ruffini gelato.
Il secondo tempo si apre con una reazione d’orgoglio. Torino entra in campo con un’altra faccia: Severini ritrova la retina, Schina piazza un coast to coast meraviglioso che accende per un attimo il palazzetto, e poi arriva Allen, finalmente Allen: avvitamento perfetto, canestro e timeout obbligato per Brindisi.
È in questo momento che ho creduto davvero nella rimonta: difesa più cattiva, mani veloci, raddoppi efficaci.
Ma per rientrare servono anche i punti, e lì nasce il problema.
Brindisi risponde con cinismo. Prima Lupusor, poi Francis: due triple come secchiate d’acqua gelida sulle speranze gialloblù.
Si torna a -13, e poco dopo Francis ne mette un’altra, portando il margine addirittura a +21.
38-55 alla terza sirena: serve un miracolo.
L’ultimo quarto inizia con un canestro quasi regalato a Torino, ma subito dopo Brindisi rimette le cose a posto con un gioco da tre punti di Radonjic.
E poi Francis. Ancora lui. Altra tripla, altro gelo sugli spalti.
Eppure, proprio quando sembra tutto finito, la Reale Mutua Torino tira fuori un orgoglio enorme: Schina spara una tripla fondamentale, Allen trascina la squadra riportando lo svantaggio sotto la doppia cifra, Massone ci mette cuore e faccia, e per un attimo — un attimo soltanto — tutto sembra possibile.
Torino arriva a -8, poi Massone la porta persino a -6, e il palazzetto rinasce. Ma dall’altra parte Brindisi è una squadra troppo esperta: Cinciarini gestisce come un direttore d’orchestra, Francis e Copeland segnano i canestri pesanti, Vildera sigilla il pitturato. Gli ultimi minuti scorrono con i pugliesi che amministrano senza fretta.
La rimonta disperata dei gialloblù non basta: finisce 66-72, ed è un’altra occasione persa.
La Reale Mutua Torino esce dal campo con la quinta sconfitta consecutiva, e ormai non è più un caso: manca continuità, mancano certezze, e soprattutto mancano punti facili. La Valtur Brindisi, invece, dà l’impressione di una squadra già costruita per stare stabilmente in alto: profondità, talento, cinismo.
I migliori della serata?
Per Brindisi, un Francis straripante (27 punti) e un Copeland chirurgico.
Per Torino, Allen è l’ultimo a mollare, ma i compagni, da Teague a Massone, vivono una serata troppo altalenante.